E' un'antica aspirazione, quella delle province di Lecce, Brindisi e Taranto, di essere un'unica regione divisa e diversa dalla Puglia.
Da qualche settimana, il Movimento Regione Salento -comitato promotore del Referendum per il SI sulla istituzione della Regione Salento- presieduto da Paolo Pagliaro, presidente del Gruppo Mixer Media, ancora una volta, rilancia la proposta.
Da qualche settimana, il Movimento Regione Salento -comitato promotore del Referendum per il SI sulla istituzione della Regione Salento- presieduto da Paolo Pagliaro, presidente del Gruppo Mixer Media, ancora una volta, rilancia la proposta.
Ancora una volta, perché periodicamente riaffiora questo progetto di istituire la Regione Salento; vengono riproposte ed attualizzate le ragioni sociali, culturali ed istituzionali che giustificano, superando gli egoismi di un esasperato campanilismo, la nascita di una nuova regione.
Anche sulla Contea, abbiamo avuto modo di sostenere la attualità della Regione Salento, in due momenti differenti.
A metà degli anni ottanta scrivevamo con Graziano De Tuglie che "le province del Salento hanno tra loro una omogeneità molto maggiore di quella che è riscontrabile nella Puglia settentrionale, un corredo di affinità sociali, economiche, culturali, che ripropongono l'esigenza di una Regione Salento, su cui ebbero a pronunciarsi i padri costituenti".
Contemporaneamente, Antonio Catamo denunciava che "fino a quando il Salento rimarrà una Regione costretta a stare da inquilino scomodo in un'altra regione etnicamente e di mentalità diversa, non saremo mai noi, cioè messapici e salentini, ma resteremo conglobati nella generica qualifica di "pugliesi", subendo tutti i soprusi ai quali questa condizione ci ha finora esposti".
Ancora, si riproponeva un appassionato articolo del senatore Nicola Nannucchi, pubblicato sul periodico "Nuovi Orizzonti", nel numero estate/autunno del 1948: "si avvalgano i salentini del diritto concesso dalla Costituzione di chiedere il riconoscimento della loro regione".
Antonello Sodo si intratteneva in divagazioni semiserie sulle due tifoserie: se il galletto becca, il lupo morderà!
Infine un'intervista all'on. Giacinto Urso, esponente di rilievo della Democrazia Cristiana, che pur non favorevole alla Regione Salento, riconosceva che "Bari dovrebbe avvertire più marcatamente che, fuori dalla sua cinta murattiana, la Puglia continua..."
Due anni dopo, nel 1986, sulla scia di un'inchiesta portata avanti dal settimanale "Il Cittadino", diretto da Lorenzo Capone, fu presentata alla Camera dei Deputati un'analoga iniziativa. Gli onorevoli Luigi Memmi e Salvatore Meleleo furono i firmatari della proposta di legge costituzionale di modifica dell'art.131 della Costituzione e per l'istituzione della Regione Salento. L'iniziativa, però, si arenò quasi subito.
Dall'estate del 1997 fino ai primi mesi del 2000, per tre anni di seguito, quindi, La Contea condusse una vera e propria campagna a sostegno della Regione salentina.
Furono coinvolti nell'iniziativa numerosi consiglieri regionali (Camillo Macrì, Francesco Adduci, Luigi Festinante, Enrica Enrico, Gino Caroppo, Enrico Balducci, Pina Ferri, Vincenzo Caruso); Patrizio Giannone rievocò la storia del Mas, il Movimento per l'Autonomia del Salento sorto negli anni settanta; con convegni ed incontri si discusse in sedi di partito e locali pubblici, e numerosi furono gli interventi di semplici cittadini che manifestarono il loro interesse.
Da consigliere regionale di Alleanza Nazionale io stesso sollecitai Lorenzo Ria, eletto presidente dell'Unione delle Province Italiane, a sostenere la Regione Salento ed una certa disponibilità non venne meno perché, per Ria, poteva esserci un "ripensamento di una realtà territoriale che era chiamata 'Puglie' e di una 'Terra di Otranto' che, negli atlanti storici, risulta una entità a se stante per economia, cultura, idioma" anche se il suo l'obiettivo principale era un Sistema Salento che riunificasse " sotto il profilo economico, progettuale e delle scelte di medio/lungo periodo i territori e le vocazioni" delle tre province di Lecce, Brindisi e Taranto.
Infine c'è da ricordare la proposta di legge che il senatore Eugenio Filograna presentò in Parlamento verso la fine del 1999; sorse pure un comitato con il compito di coordinare i comitati che sarebbero sorti nei vari Comuni ed Andrea Fontana, figlio del cantante Jimmy Fontana, compose l'inno dell'associazione Salento Regione d'Europa. Dopo poco più di un anno di 'mobilitazione', si tennero le elezioni politiche, Filograna non fu rieletto, si spensero i riflettori!
Ora ci riprova il Movimento Regione Salento. L'augurio è che l'iniziativa possa giungere a termine, nell'interesse di tutti i salentini.
Ancora, si riproponeva un appassionato articolo del senatore Nicola Nannucchi, pubblicato sul periodico "Nuovi Orizzonti", nel numero estate/autunno del 1948: "si avvalgano i salentini del diritto concesso dalla Costituzione di chiedere il riconoscimento della loro regione".
Antonello Sodo si intratteneva in divagazioni semiserie sulle due tifoserie: se il galletto becca, il lupo morderà!
Infine un'intervista all'on. Giacinto Urso, esponente di rilievo della Democrazia Cristiana, che pur non favorevole alla Regione Salento, riconosceva che "Bari dovrebbe avvertire più marcatamente che, fuori dalla sua cinta murattiana, la Puglia continua..."
Due anni dopo, nel 1986, sulla scia di un'inchiesta portata avanti dal settimanale "Il Cittadino", diretto da Lorenzo Capone, fu presentata alla Camera dei Deputati un'analoga iniziativa. Gli onorevoli Luigi Memmi e Salvatore Meleleo furono i firmatari della proposta di legge costituzionale di modifica dell'art.131 della Costituzione e per l'istituzione della Regione Salento. L'iniziativa, però, si arenò quasi subito.
Dall'estate del 1997 fino ai primi mesi del 2000, per tre anni di seguito, quindi, La Contea condusse una vera e propria campagna a sostegno della Regione salentina.
Furono coinvolti nell'iniziativa numerosi consiglieri regionali (Camillo Macrì, Francesco Adduci, Luigi Festinante, Enrica Enrico, Gino Caroppo, Enrico Balducci, Pina Ferri, Vincenzo Caruso); Patrizio Giannone rievocò la storia del Mas, il Movimento per l'Autonomia del Salento sorto negli anni settanta; con convegni ed incontri si discusse in sedi di partito e locali pubblici, e numerosi furono gli interventi di semplici cittadini che manifestarono il loro interesse.
Da consigliere regionale di Alleanza Nazionale io stesso sollecitai Lorenzo Ria, eletto presidente dell'Unione delle Province Italiane, a sostenere la Regione Salento ed una certa disponibilità non venne meno perché, per Ria, poteva esserci un "ripensamento di una realtà territoriale che era chiamata 'Puglie' e di una 'Terra di Otranto' che, negli atlanti storici, risulta una entità a se stante per economia, cultura, idioma" anche se il suo l'obiettivo principale era un Sistema Salento che riunificasse " sotto il profilo economico, progettuale e delle scelte di medio/lungo periodo i territori e le vocazioni" delle tre province di Lecce, Brindisi e Taranto.
Infine c'è da ricordare la proposta di legge che il senatore Eugenio Filograna presentò in Parlamento verso la fine del 1999; sorse pure un comitato con il compito di coordinare i comitati che sarebbero sorti nei vari Comuni ed Andrea Fontana, figlio del cantante Jimmy Fontana, compose l'inno dell'associazione Salento Regione d'Europa. Dopo poco più di un anno di 'mobilitazione', si tennero le elezioni politiche, Filograna non fu rieletto, si spensero i riflettori!
Ora ci riprova il Movimento Regione Salento. L'augurio è che l'iniziativa possa giungere a termine, nell'interesse di tutti i salentini.
Roberto Tundo