Al di là della consueta demagogia vendoliana, era lecito aspettarsi di più dal primo Bilancio della nuova Legislatura che, invece, si sostanzia in un semplice compitino ragionieristico privo di quell’anima politica necessaria quando si è chiamati a fare scelte ed individuare priorità. Tanto più che si sarebbe trattato di affrontare e dare risposte alle questioni fondamentali per la Puglia a cominciare da quelle evidenziate dai recenti rapporti SVIMEZ, Banca d’Italia e Sole 24 Ore dai quali emerge una regione in forte difficoltà con il PIL in picchiata (- 5%), una forte perdita di occupazione (- 3,8%), un pesante calo delle esportazioni (- 22,7%), l’11% delle famiglie a rischio povertà, terz’ultimo posto nella “pagella sociale” delle Regioni.
Una situazione grave che andava affrontata evitando di comprimere tutte le politiche regionali da quelle economiche e sociali fino a quelle per lo sport, per privilegiare qualificazione della spesa, lotta a sprechi e sperperi, contenimento della spesa sanitaria sempre più fuori controllo e ormai che assorbe l’84,6% dell’intero bilancio senza che sia garantito ai pugliesi un reale diritto alla Salute.
Invece, il Governo Vendola ha inteso ricorrere all’utilizzo della leva fiscale con l’aumento della tassa sulla benzina che colpisce indistintamente famiglie ed imprese, senza il promesso azzeramento dell’IRAP sulle nuove imprese, con l’aumento indiscriminato degli oneri concessori, varando in sostanza una manovra recessiva che graverà pesantemente sul nostro sistema economico-sociale già duramente provato dagli effetti di una crisi internazionale che colpisce la Puglia come e più di altre regioni.
Saverio Congedo