La costituzione in giudizio della Regione a sostegno del ricorso degli otto candidati vendoliani non eletti al Consiglio regionale che pretendono, con un autentico arzigogolo pseudo-giuridico, di essere inseriti, in palese violazione del nostro Statuto, in un’Assemblea nella quale già peraltro è operante un cospicuo premio di maggioranza, costituisce:
a) un evidente caso di sopraffazione dell’Istituzione in quanto tale, che in materie elettorali non può non essere rigorosamente neutra, a favore degli interessi di parte del presidente della Regione e della sua maggioranza;
b) un tentativo di forzare ulteriormente, a favore del potere, gli equilibri democratici di un’assemblea nella quale è già per di più operante un cospicuo premio di maggioranza, con conseguente, pesante incremento dei costi della politica;
c) una temeraria candidatura ad una ennesima e costosissime disfatta, che seguirebbe a quelle consecutive già conseguite da Vendola e compagni presso la stessa Corte in materia di nucleare, acqua, sanità ed energie alternative.
d) una inversione dei doveri d’ufficio, che imporrebbero semmai alla Regione di difendere il primato del proprio Statuto.
In definitiva, una intollerabile manifestazione di regime, al di là dei confini del pudore.
Nino Marmo