Delle molte letture che si danno delle dimissioni di Tommaso Fiore credo che la più giusta sia quella che le interpreta come un atto onesto e realistico di resa a fronte di un disastro che ha trasformato il diritto alla salute dei pugliesi dal sogno di una sanità migliore in un vero e proprio incubo.
Con tutto il rispetto dovuto alla sua competenza, alla sua scienza ed alla personale dirittura, Fiore non è riuscito ad evitare una deriva per la quale spingeva un sistema di potere che ha usato anche il suo indubbio prestigio a copertura dei propri interessi.
Certo è che la Sanità pugliese che egli ci lascia - dopo averla guidata prima in veste di potentissimo consulente e poi di Assessore in prima persona - non soltanto non è cresciuta, ma è al contrario pesantemente peggiorata rispetto a quella contro la quale si scagliava il suo dante causa Vendola proponendosi come suo risanatore.
Ciò non toglie nulla naturalmente alle qualità dell’uomo e del professionista, che sono state –in gran parte non per colpa sua- un’occasione perduta per la Puglia.
Saverio Congedo