I
sondaggi –si sa– non sempre “c’azzeccano”. Consensi che parevano inattaccabili
sfarinano alla prova del voto. Maggioranze blindate vengono smentite dai fatti.
Ciò
premesso, con le dovute tare del caso, il recente sondaggio di Datamonitor,
dedicato agli orientamenti degli elettori di centrodestra, non va
sottovalutato, offrendo un’ulteriore, utile base di riflessione, in vista della
rinascita (rimandata) di Forza Italia e della ricostruzione (auspicata) di
Alleanza Nazionale. Sondaggi alla mano i due soggetti politici, per quanto
ancora “virtuali”, raccoglierebbero 7.800.000 voti F.I. e 2.500.000 voti A.N.:
un aumento di ben 3.000.000 di consensi rispetto ai potenziali 7.300.000 che
sceglierebbero il PdL. Significativo anche il recupero sull’area del non-voto,
stimata, alle scorse elezioni politiche, al 22 per cento per il bacino di A.N.
e al 30 per F.I.
In
attesa di conoscere i tempi e le modalità della ricomposizione del quadro
politico del centrodestra, il sondaggio di Datamonitor offre qualcosa di più di
una semplice “percezione”, peraltro riscontrabile tra gli elettori di
centrodestra in generale e “di destra” in particolare.
Al
di là di qualsiasi visione depoliticizzata, se non “qualunquista” (secondo cui
i partiti e quindi le distinzioni, all’interno di una stessa coalizione,
contano poco) la domanda di identità è forte. In particolare da parte di chi ha
sempre orgogliosamente rivendicato un’appartenenza ideale, non meramente
programmatica.
E’
questo, al di là dei numeri elettorali, che pure contano, il “valore”
dell’opzione A.N. 2.0, dalla quale occorre ripartire, riprendendo
consapevolezza del percorso compiuto, individuando i reali “punti di forza”,
rivendicando l’originalità delle proposte. C’è bisogno di una nuova coesione
sociale e di un nuovo “popolarismo”. E c’è ancora bisogno di un’idea di Patria
coniugata con una visione non demagogica di giustizia sociale, con una
ritrovata dignità popolare, che sia fatta di tradizioni ma anche di aspettative
condivise, di reale partecipazione.
Decisionismo,
legalità, rigore, riforme, merito, partecipazione, senso dello Stato, equità
fiscale, giustizia sociale, identità nazionale, destini comuni, coesione, ruolo
della famiglia: può essere questo il reale valore di un’ A.N. 2.0.
Per
ora si tratta di un’aspettativa, di uno “stato nascente”, segnato dalle
discussioni on-line, dagli incontri che vengono organizzati in varie parti
d’Italia, dalle domande della gente. In tempi di bassa tensione politica ed
ideale è già qualcosa. E’ un’ottima base di partenza.
Mario Bozzi Sentieri
Nella foto Gianni
Alemanno ed il consigliere regionale Giovanni Zinni all'incontro promosso dai
Circoli di Nuova Italia sabato scorso a Roma.