“LA
DESTRA NEL LABIRINTO – CRONACHE DA UN ANNO TERRIBILE” “Il
2013 è stato l’annus horribilis della
destra italiana. È stato l’anno della
diaspora politica e della sconfitta
elettorale. È stato l’anno della
condanna di Silvio Berlusconi e del suo allontanamento dal Senato della Repubblica, l’anno della
scissione di Angelino Alfano, ultima in ordine di tempo, dopo quella di Futuro
e Libertà di Gianfranco Fini, di Fratelli d’Italia ed ancor prima della
Destra di Francesco Storace” – così in premessa del nuovo libro di Mario Bozzi
Sentieri, “La destra nel labirinto – Cronache da un anno terribile” (Edizioni
del Borghese, pagg. 132, Euro 16,00).
Scritti
nell’arco dell’ultimo anno, un anno significativo
e convulso non soltanto per la destra ma per l’intero panorama politico
italiano, i capitoli de “La destra nel labirinto” presentano una scottante
ed inquietante attualità. Non vi è infatti nessuno degli aspetti che hanno
contraddistinto i recenti sviluppi della politica nostrana a non essere
trattato o, quanto meno, toccato: dalla sconfitta elettorale e dalla proclamata
uscita di scena di Berlusconi alla condanna di quest’ultimo per frode fiscale,
dalla fine del Governo Monti e dal Napolitano-bis all’affermarsi prepotente
dell’antipolitica grillina, fino alla riesumazione di sigle quali Forza Italia
e Alleanza Nazionale che il “partito-contenitore” del Popolo delle Libertà
sembrava aver messo in secondo piano e che oggi invece si ripropongono
all’attenzione degli elettori con tutte le incognite e le riserve del caso.
In
quest’opera l’autore si presenta come un medico che redige una diagnosi
accurata dei mali di una destra che, dopo vent’anni di berlusconismo, appare
stanca anche se non ancora priva di una certa vitalità e capacità propositiva.
E, come ogni medico che si rispetti, Bozzi Sentieri appare altresì in grado,
tra un capitolo e l’altro e nelle conclusioni a margine delle sue esposizioni
spesso crude ed icastiche delle condizioni in cui versa la destra italiana, di delineare
una o più possibili cure, senza mai trascurare il versante intellettuale di
quella che egli stesso definisce una “battaglia culturale”, ai fini della quale
non esita, in maniera alquanto provocatoria, a riproporre a destra una
strategia di un’ “egemonia culturale” ispirata alle idee di un “mostro sacro”
della sinistra marxista-leninista italiana del XX secolo, e cioè Antonio
Gramsci.