Da
quando il centrosinistra è tornato alla guida della Nazione, il Salento sta
subendo un’accelerazione verso il basso con la complicità del Nuovo Centro Destra
di Alfano (che fa parte del governo di centrosinistra) e con l’acquiescenza di
Forza Italia (che formalmente è all'opposizione, ma non fa opposizione). Tolta
la furbata degli 80 euro in busta paga (ovvio, meglio che niente), non c’è
provvedimento che tiene conto dei problemi del Sud, in generale, e del Salento
in particolare.
Matteo
Renzi sta “asfaltando” le articolazioni istituzionali e i corpi intermedi che
strutturano la società civile italiana. È la sinistra liberal che già con
Pierluigi Bersani ha dato il colpo di grazia all'intero settore commerciale con
la deregulation, spazzando via i negozi "tradizionali" per far posto
ai grandi centri commerciali che hanno svuotato le città e devastato il tessuto
sociale (negozi sfitti, vetrine chiuse, insegne spente). Una desolazione urbana
-così evidente nei paesi del Salento- che ha peggiorato il già critico livello
occupazionale: per ogni nuovo posto di lavoro creato nella Grande Distribuzione
Organizzata si sono persi 7 posti di lavoro nel piccolo e nel medio commercio.
Ora
Renzi, non accontentandosi di correggere le distorsioni lobbistiche delle
rappresentanze sindacali e di categoria sta realizzando l’antico sogno liberal
di disarticolare la società civile organizzata con la distruzione delle sue
articolazioni territoriali. Abolire la Prefettura di Lecce, ridimensionare la
Camera di Commercio, cancellare la sezione distaccata del Tar dopo aver già
cancellato Tribunali e uffici statali periferici, significa condannare alla
desertificazione istituzionale il Salento.
Non
è questa la strada per ridurre il deficit pubblico perchè si sta trasferendo
sui cittadini il costo dei servizi. Renzi lo sa (veramente anche Berlusconi lo
sapeva) dove si annida la spesa improduttiva ... quegli enti “inutili” dove
alberga la cattiva politica.
Roberto Tundo,
direzione nazionale di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale