A Roma, nella Sala del Refettorio in via del Seminario riflettori puntati sullo
studio della Società Geografica Italiana per un diverso assetto dello Stato che
è alla base della proposta di legge costituzionale firmata da Giorgia Meloni,
da Fabio Rampelli ed Edmondo Cirielli per superare il modello delle Regioni e
riunificare i territori in funzione della «storia comune, della vocazione
produttiva e culturale, della contiguità logistica ed infrastrutturale». Venti Regioni,
di cui 5 a Statuto speciale, 8047 Comuni, 109 Province, a cui si aggiungono
Comunità Montane, e altri istituzioni locali per un totale complessivo di
16mila enti intermedi. Un coacervo di sovrapposizioni legislative, burocratiche
e amministrative che allontana i cittadini e crea enormi difficoltà alle
imprese. È questa la fotografia scattata all’incontro di Fratelli d’Italia –
Alleanza Nazionale moderato da Emilio Scalfarotto, ricercatore all’Università
di Tor Vergata, alla presenza di Meloni, Rampelli, Cirielli insieme con Sergio
Conti, presidente Società Geografica Italiana, Ugo Baldini, presidente Caire
Urbanistica, Giuseppe de Vergottini, costituzionalista.
La
proposta di legge di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, presentata più di un
anno fa, propone la sostituzione delle Regioni attuali in 36 distretti uniti
territorialmente dalla condivisione di identità storica ed economica secondo
nuovi modelli amministrativi.
Nei
giorni scorsi, anche il deputato PD Salvatore Capone – insieme a Rostan e
Carella- ha presentato una proposta di legge costituzionale per la “Revisione
del Titolo V, Parte seconda – Neoregionalismo e riordino dello Stato” che,
muovendo dal lavoro effettuato dalla Società Geografica Italiana, prevede un
territorio diviso in 31 Regioni.