La Procura di Roma ha richiesto al Giudice
per le indagini preliminari di archiviare la posizione dell’ex sindaco Gianni
Alemanno per il reato di associazione di stampo mafioso nell’ambito
dell’indagine su Mafia Capitale. È stato il procuratore aggiunto Paolo Ielo a
rappresentare la novità su Alemanno ai giudici della decima sezione penale del
tribunale di Roma. Poche ore dopo, abbiamo sentito Gianni Alemanno.
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E’ la fine di un incubo?
“Sì, questa è la fine di un
incubo molto lungo, durato due anni, con un’accusa pesante, la più infamante.
Ma il fatto stesso che ora sia stata la Procura a chiedere il mio
proscioglimento, lo ritengo un segnale molto forte. E’ un momento che attendevo
da tempo e che è arrivato come un fulmine a ciel sereno, direttamente nell’aula
di un tribunale. Riconosco l’onestà intellettuale della Procura che, così come
l’aveva aperta, adesso ha chiuso un’inchiesta rispetto alla quale, invece, per
tanti giornali ero già colpevole”.
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A questo punto, ha qualche sassolino da
togliersi da entrambe le scarpe?
“Macigni, più che sassolini. Da
un lato vivo ancora la delusione di tanti esponenti del centro-destra che non
hanno speso una parola per difendere me e la storia politica della destra
romana. Dall’altro lato penso a tanti organi di informazione che hanno
trasformato un avviso di garanzia in una sentenza, creando una vera gogna
mediatica”.
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Umanamente, prima ancora che politicamente,
quale è stato il momento più brutto di questi due anni?
“Il momento iniziale, con
l’arrivo a casa dei carabinieri e, subito dietro, delle telecamere della
trasmissione Report, che filmavano perfino il campanello di casa con il mio
nome. E poi, dover leggere quell’accusa infamante relativa al 416-bis, come ho
raccontato nel mio libro Verità Capitale”
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Il suo telefonino sta squillando in
continuazione per attestati di solidarietà e vicinanza, o si aspettava qualcosa
– e soprattutto qualcuno – in più?
“Ho ricevuto una marea di
telefonate. Il primo a chiamarmi è stato Francesco Storace, commosso quasi fino
alle lacrime. Poi mi hanno chiamato e mandato messaggi in tanti ma forse non
tutti, non ancora tutti. Però diciamo che alla sera mancano ancora alcune ore,
mettiamola così…”.
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In una precedente intervista al Giornale
d’Italia, disse che avrebbe ricominciato a fare politica solo dopo aver
dimostrato la sua innocenza. Adesso, cosa intende fare quindi?
“Diciamo che non ho comunque mai
smesso di fare politica, da semplice militante. In questo particolare momento,
poi, dobbiamo tutti ricostruire l’unità del centrodestra su affermazioni forti
e radicali. Adesso potrò continuare a farla, con una maggiore esposizione
personale. Ho ancora alcune fasi processuali su singoli episodi, ma uscirò
anche da queste”.
Igor Traboni – Il Giornale
d’Italia