A trent’anni dalla scomparsa di Almerigo, Grilz il
reporter di guerra triestino e consigliere comunale, il Segretario Generale del
Ctim, on. Roberto Menia, ha partecipato alla manifestazione promossa a Trieste
l’11 maggio per ricordarlo.
“Si tratta di una storia di onore
e coraggio – osserva Menia – Sono trent’anni che Almerigo dorme dall’altra
parte del mondo, in Africa, sotto un albero secolare, come è riservato agli
eroi. Era il 19 maggio 1987, quando morì in Mozambico, a 34 anni, riprendendo
uno scontro a fuoco tra i ribelli anticomunisti della Renamo e i governativi
del Frelimo. Fu il primo giornalista italiano del dopoguerra a cadere sul
teatro di guerra. Il Sunday Times gli dedicò una pagina, i giornali italiani
una colonnina”.
E ancora: “Almerigo stava dalla
parte sbagliata, era missino. Anche da morto, nella sua città, Trieste, trovò
l’ostilità degli avversari di una vita, annidati qua e là, tra magistratura,
politica, cultura. Per parecchi anni l’Ordine dei Giornalisti non volle
inserire il suo nome nella lapide che ricorda i giornalisti caduti. A quella
stupida ostilità il mondo della destra triestina, allora forte e unito,
chiedeva di dare un segno. Da assessore alla cultura di Trieste, nel 2002,
promossi l’intitolazione di una via a lui dedicata. Da allora chi entra in
città dalla strada costiera incrocia, guardando il mare, Via Almerigo Grilz. Ed
è un segno che resta. Poi è arrivata anche la riparazione tardiva dell’Ordine
dei Giornalisti”.