Con
l’Assemblea di sabato 7 dicembre la Comunità umana e politica che si è
ritrovata attorno al Movimento Nazionale per la Sovranità, ha compiuto una
scelta fondamentale, quella di aderire a Fratelli d’Italia. Siamo passati dal
patto federativo siglato con il partito di Giorgia Meloni nel giugno scorso –dopo
le candidature di nostri dirigenti nelle liste di Fdi alle elezioni europee–
alla vera e propria confluenza.
Si
compie così un percorso cominciato il 18 e 19 febbraio 2017 con il Congresso di
fondazione al Marriot di Roma. Proprio in quella occasione i “soci fondatori”
del MNS si posero due obiettivi: quello di creare una casa comune per tutto il
mondo della destra e quello di lanciare un soggetto politico autenticamente
“sovranista”. Con queste due idee in testa abbiamo lavorato intensamente per
quasi tre anni, organizzando due grandi cortei nazionali per rivendicare la
nostra sovranità nazionale e popolare, presentando liste civiche o con il
simbolo del MNS in elezioni comunali e regionali, organizzando centinaia di
manifestazioni locali, flash mob, banchetti e raccolte di firme, prendendo
iniziative importanti come l’esposto-denuncia contro il PM Luigi Patronaggio
che aveva tentato di incriminare il Ministro Salvini per le sue iniziative
contro l’invasione migratoria.
Nel
frattempo però il quadro politico del centrodestra si è profondamente
modificato. La Lega di Salvini si è dimostrata poco interessata a costruire un
ampio e articolato partito sovranista, mentre Giorgia Meloni ad Atreju 2018 ha
aperto Fratelli d’Italia a tutto il mondo della destra lanciando un grande
appello ai “sovranisti “e ai “conservatori” per unirsi in una battaglia comune
a difesa del nostro interesse nazionale. Questo appello non poteva non essere
da noi raccolto, perché andava esattamente nel senso di quelli che erano i
nostri scopi fondativi.
La
classe dirigente di Fratelli d’Italia al merito storico di essere usciti per
primi dal Popolo della Libertà per ricostruire un partito di destra nazionale,
aggiungeva finalmente la determinazione di portare fino in fondo quella scelta,
raccogliendo tutte le forze disperse della destra italiana, senza pregiudizi e
discriminazioni aprioristiche. Ma con un orientamento politico molto chiaro,
quello sovranista. E infatti anche il consenso ha cominciato a premiare il
partito di Giorgia Meloni: gli ultimi sondaggi parlano di un partito che supera
l’11% e che ormai appare destinato a riprendersi tutti i voti un tempo di
Alleanza Nazionale. Questo non è un punto di arrivo, può diventare una base di
partenza: se Fdi non fletterà da questi obiettivi e saprà darsi una forma
organizzativa ampia e articolata, non è impossibile riuscire a misurarsi da
pari a pari con la Lega salviniana. È un sogno che può diventare realtà: un
grande Polo Sovranista in cui la Lega sia ampiamente bilanciata da un partito
di destra sovranista, interprete dell’unità nazionale e degli interessi sociali
del popolo italiano. Uno schieramento che – insieme ad altri alleati – può
vincere le prossime elezioni politiche senza fare compromessi sulla pelle degli
italiani.
Potevamo
chiamarci fuori da tutto questo? Noi non abbiamo mai fatto politica in nome di
apparati organizzativi, i partiti e i movimenti sono per noi degli strumenti
non dei fini. Il fine è quello di salvare il nostro popolo e la Patria
italiana. Quindi daremo il nostro contributo a questa battaglia senza creare
appesantimenti correntizi, ma producendo idee e politica sul territorio.
L’uscita del libro “Sovranismo. Le radici e il progetto” è la dimostrazione che
il nostro mondo ha molte cose da dire, senza il bisogno di chiudersi in logiche
settarie e personalistiche. C’è un motto dei rugbisti che piace molto a Giorgia
Meloni: “ci vediamo nella mischia”. Lo facciamo nostro in questa nuova sfida,
una storia che si rinnova sotto il simbolo dei nostri padri, quello della
Fiamma Tricolore.