Ho
vissuto da vicino e sulla mia pelle l’odio e l’intolleranza politica, avendo in
passato militato e ricoperto incarichi come Segretario provinciale del Fronte
della Gioventù, Consigliere comunale e dirigente nazionale di Alleanza
Nazionale. L’Università del Salento, che frequentavo in quegli anni, da giovane
esponente di destra, non era un luogo certo di libertà di pensiero,
specialmente per chi come me era “marchiato”. Ho scelto di non occuparmi più di
politica, (per mancanza di politica non certo di passione), ormai da 7 anni non
ho alcun incarico e non sono iscritto a nessun partito, nè ho preso posizione
su alcun dibattito, ma questa vicenda, tipica dello slogan utilizzato in
passato: “uccidere un fascista non è reato” (e spesso non lo è stato), mi ha
fatto sentire la voglia di condannare il tentativo dell’Unisalento di
interferire o fare pressioni su un organo democraticamente eletto. Bene hanno
fatto gli amici Saverio Congedo, Marcello Gemmato e Giorgia
Meloni, con i quali ho condiviso i migliori anni della mia vita, a prendere
posizione e a chiedere ai vertici dell’Università salentina di chiarire la loro
posizione. Mi auguro che non vengano fatte ulteriori pressioni e interferenze
su un organo democratico come il Consiglio comunale e la Commissione toponomastica
e che il passato non sia mai un pretesto di vendetta, ma una salutare lezione
per l'avvenire. Consiglio ai docenti sottoscrittori della nota, un viaggio di
istruzione a Praga dove in piazza San Venceslao c’é un monumento sulla
democrazia, sulla libertà di pensiero e sull’intolleranza politica, é il luogo
dove nel 1969 si diede fuoco Jan Palach, un giovane di 21 anni, ma per
erigere il monumento si è dovuto aspettare il 1990, la fine del comunismo e il
crollo del Muro di Berlino. Forse anche a Lecce, si dovrà attendere un evento
simile per non assistere più a tali atteggiamenti prima di intitolare una
strada ad un ragazzo che manifestava le proprie idee.
"Il
fascista, diceva un docente della Sorbona non piegato dagli anni e dagli onori,
Cloude Polin, comprende il poeta, il sacerdote, l'uomo innamorato, il
filosofo. È sociologia applicata alla storia di un'epoca che il tempo ha
irrimediabilmente chiuso. Ma è materia di riflessione, è uno spicchio di una
tradizione, è stimolo a capire e a rinnovarsi" (Marco Tarchi
professore ordinario di Scienze politiche dell’Università di Firenze).
Giuseppe
Stamerra