Anche secondo Roberto Tundo , il Grande
Salento potrebbe essere una Provincia, come lo è stato nel passato, con la
Terra d’Otranto. Con un referendum, i cittadini salentini potrebbero scegliere
il capoluogo.
Per
anni i vari presidenti che si sono succeduti alla guida delle Province di
Lecce, Brindisi e Taranto hanno sostenuto che, per far decollare il Salento,
sarebbe stato opportuno unire le forze delle tre province e programmare uno
sviluppo comune e coerente del territorio.
Si
sono tenuti tavoli di discussione e si è coniato anche il suggestivo termine di
Grande Salento, per dare una immagine forte, ad un progetto che aveva
l’ambizione di indirizzare e di gestire l’utilizzo dei finanziamenti comunitari
verso le infrastrutture necessarie allo sviluppo socio-economico.
Poi,
dopo tanto affanno, l’iniziativa è andata a scemare.
Con
la legge della spending review ,
quella che prevede la diminuizione del numero delle province italiane, il tema
è tornato di attualità. La Provincia di Lecce conserva la propria autonomia
perché ha un’estensione di oltre 2.500 chilometri
quadrati ed una popolazione superiore ai 350mila abitanti, mentre Taranto e
Brindisi sono destinate a scomparire. Sia il sindaco di Lecce, Paolo
Perrone , che il presidente della Provincia, Antonio Gabellone,si sono dichiarati
favorevoli ad una provincia che aggreghi l’intero Salento, la senatrice Adriana
Poli aggiunge che con un referendum si potrebbe scegliere il
capoluogo di una grande provincia salentina, che unisca Lecce, Brindisi e
Taranto.
Proposte
di buon senso, lungimiranti, che tengono conto di un lungo dibattito politico
che finalmente potrebbe trovare attuazione.
Invece
no.
Ancora
una volta stanno prevalendo (al di là di tanti buoni propositi) gli interessi
particolari, quelli campanilistici. Taranto, che è la città più popolosa, mira
ad essere il capoluogo della nuova provincia, che sorgerà dalla fusione con
Brindisi e non pensa affatto di unirsi con Lecce.
Tutte
le ragioni che per anni sono state formulate per la realizzazione del Grande
Salento cedono il passo davanti alle piccole utilità (ad esempio, avere una sede della Prefettura) che essere
capoluogo comporta.
Nonostante
siano riservati alle “nuove” province un ristretto campo di compiti e di
mansioni, la logica prevalente è quella che è meglio gestire in proprio una
piccola fetta di potere, piuttosto che partecipare alla costruzione di un
progetto di grande respiro.
dirigente provinciale e regionale del Popolo della Libertà