Non è facile spiegare, a chi non ha fatto parte della nostra comunità politica, cosa ha rappresentato per la nostra generazione una figura come quella di Pino Rauti.
Nelle tante manifestazioni di cordoglio che arrivano da ogni parte
dello schieramento politico nazionale prevale un sentimento di rispetto per la coerenza personale e la dignità del lungo percorso politico e
culturale che ha portato Rauti dai fronti drammatici del dopo guerra alla
segreteria del Movimento Sociale, ad un lungo ed intenso
impegno nel Parlamento italiano e nel Parlamento Europeo.
In un momento in cui alla politica viene riconosciuta poca dignità
e poco spirito di missione, prevale invece l’idea che Pino Rauti sia stato
l’esempio di una persona capace di sacrificare tutti i suoi interessi personali
per la sua militanza politica e culturale.
Tutto questo è senz’altro vero, come è vero che sono cadute nel
vuoto tutte le accuse infamanti che nel corso degli anni gli sono state lanciate. Tutti
i tribunali, nessuno escluso, hanno dovuto riconoscere l’estraneita’ di Rauti
rispetto ai terribili capi d’accusa per cui era stato imputato.
Ma per noi che abbiamo fatto politica negli anni ’70 e ’80 Pino
Rauti non è stato soltanto questo. A qualcuno sembrerá incredibile, ma è stato
una porta verso il futuro, una strada che ci ha aiutato ad uscire dal ghetto
della nostalgia.
Attraverso le sue intuizioni culturali abbiamo imparato a prendere
le distanze da un modo reazionario e forcaiolo di concepire la destra. Abbiamo
imparato a conoscere la cultura comunitaria, a comprendere il profondo rapporto
tra valori nazionali e valori popolari, a leggere da destra l’ambientalismo,
l’economia sociale di mercato e l’Unione europea.
Mi ricordo ancora all’inizio degli anni novanta, in una memorabile
direzione dell’MSI, di cui non era più segretario, un suo intervento che
convinse tutto il partito a schierarsi a favore dell’entrata dell’Italia
nell’euro. Contro vecchie tendenze nazionalistiche , che riemergono ancora oggi
nel cuore del centrodestra, ci ricordò che le nostre radici e il nostro futuro
non potevano non essere in Europa .
In questo è stato un maestro, un tramite culturale per entrare in
tante tematiche che venivano guardate con sospetto nei nostri ambienti perchè ritenute “di sinistra”, ma che in realtà appartenevano e
appartengono ad una visione comunitaria che spiega in modo moderno valori
antichi come quelli della Patria e della famiglia.
Poi, come accade a molti maestri, dopo averci indicato la porta
verso il futuro, si è ritratto e non ha varcato lui stesso quella porta, non ha
abbandonato “la casa del padre”, con una dolorosa rottura proprio nel momento
della nascita di Alleanza Nazionale.
Ma noi sappiamo che quando ci opponiamo all’oltraggio dell’ambiente
da parte degli speculatori, quando difendiamo la dignità e i diritti dei
lavoratori da ogni forma di sfruttamento, quando sfidiamo l’individualismo
scegliendo i valori della comunità, lí troviamo un antico eco degli
insegnamenti di Pino Rauti.
Continueremo a studiare, caro Pino, superando ogni forma di
apparenza, di superficialità e di conformismo con il coraggio dall’analisi
culturale che tu ci hai insegnato.