venerdì 30 novembre 2012

SABATO 1 DICEMBRE L'ULTIMO APPUNTAMENTO DI "SFIDE"


Sabato prossimo, 1° dicembre alle ore 18 , all’Hotel Hilton di Lecce, 5° e ultimo appuntamento di “Sfide”: “La bellezza nell’a/Altro”. La dott.ssa Leda Cesari (giornalista professionista dal 2001 del Nuovo Quotidiano di Puglia) condurrà il dialogo con Alfredo Mantovano, il prof. Marco Costa (docente di psicologia generale e responsabile del Laboratorio di Psicologia dell'Università di Bologna) e con Mons. Marcello Semeraro (Vescovo di Albano, docente di ecclesiologia all'Università Lateranense, presidente della Nuova Avvenire Editoriale, la società che edita il quotidiano Avvenire, presidente della Commissione Cei per la dottrina della fede).

martedì 27 novembre 2012

ALEMANNO: SENZA LE PRIMARIE SALTA IL PARTITO


In un’intervista a La Repubblica ho ribadito l’importanza fondamentale delle primarie e ho invitato il segretario Alfano a confermarle al più presto. La partecipazione, come dimostrano le consultazioni del Pd, resta il principale antidoto all’antipolitica. La consultazione popolare va confermata con o senza Berlusconi. Infatti tutto il percorso iniziato con la nomina di Alfano segretario è finalizzato all’apertura di una nuova fase politica. Con tutto il rispetto per chi ha fondato il partito, il presidente Berlusconi, le primarie sono state convocate per confermare una nuova leadership. Riavvolgere il nastro lo trovo irrazionale, appunto, e poi il nostro elettorato non capirebbe. Senza contare che annullare le primarie indebolisce l’intero progetto politico, ne mina la credibilità e la coerenza. Inoltre le primarie non sono mai inutili. Sono da confermare, anche con Berlusconi in campo. Ricordiamoci che più di centomila persone hanno firmato per presentare le candidature. E tutto si può fare meno che tradire questa speranza di rinnovamento. Alfano non può dire che tutto è subalterno alle scelte del Cavaliere. Le primarie sono state una scelta condivisa da tutto il partito e al partito compete confermarle. Se saltano le primarie sarà difficile tenere insieme il partito. Mi auguro che questa eventualità venga scongiurata rilanciando il percorso intrapreso, ma un ritorno al passato metterebbe in crisi tutto il sistema.
Gianni Alemanno

domenica 25 novembre 2012

PRIMARIE PdL: NON CI SIANO RIPENSAMENTI !


Con il massimo rispetto nei confronti di tutti, debbo sottolineare che le primarie nel Popolo della Libertà non possono essere soggette a continui ripensamenti, né appare razionale riproporre la candidatura di Silvio Berlusconi a premier. Mi auguro quindi che si prosegua sul percorso già tracciato, perché un nuovo cambiamento di rotta potrebbe provocare reazioni molto forti da parte di tutti coloro che hanno creduto e credono nel metodo delle primarie e in un profondo rinnovamento del Popolo della Libertà.
Gianni Alemanno

venerdì 23 novembre 2012

LECCE: CHE FINE HA FATTO LA PET PUBBLICA?


“Esattamente come più volte avevamo previsto e, peraltro, come era giusto che fosse, la Magistratura ha condannato la Regione Puglia a risarcire decine di pazienti che erano stati costretti a pagare di tasca loro per sottoporsi ad una Pet–Tac in provincia di Lecce.
Mentre non si sa che fine abbia fatto la promessa di una Pet Tac pubblica per la Asl di Lecce, ripetuta non più tardi di giugno scorso dall’assessore Attolini, la convenzione con l’unico centro privato leccese che dispone di questo macchinario continua ad andare avanti a singhiozzo e la Regione preferisce essere condannata da un Tribunale a risarcire i pazienti piuttosto che garantire il servizio ai cittadini”.
Lo denunciano in una nota i consiglieri regionali salentini di centrodestra Rocco Palese, Antonio Barba, Andrea Caroppo, Erio Congedo, Roberto Marti e Mario Vadrucci.
“Da anni i vari assessori alla Sanità che si sono avvicendati in questo Governo regionale, hanno promesso una rete di Pet–Tac pubbliche che coprisse tutta la Puglia. Stendiamo un velo pietoso sulla situazione della Pet del Policlinico di Bari e continuiamo piuttosto a chiedere che fine abbia fatto la promessa di una Pet Tac al servizio dei pazienti della Asl di Lecce.
Si tratta di un esame determinante nella diagnosi e nella cura dei tumori e come tale è sacrosanto il diritto dei pazienti a potervisi sottoporre a spese della Regione, specie che si tratta di una Regione come la Puglia in cui i cittadini pagano 338 milioni di euro l’anno di tasse regionali aggiuntive”.

mercoledì 21 novembre 2012

IN PUGLIA LE PRIMARIE DEL PdL FISSATE PER DOMENICA 20 GENNAIO 2013


Dopo la definizione delle regole avvenuta la scorsa settimana da parte dell'apposita Commissione e dell'Ufficio di Presidenza e dopo l'insediamento del Comitato Organizzatore, la riunione dei coordinatori regionali del Popolo della Libertà -che si è svolta il 15 novembre- ha messo a punto gli ultimi dettagli per l'organizzazione delle primarie. La riunione, alla quale ha partecipato anche il segretario politico Angelino Alfano, è stata introdotta dai coordinatori nazionali Ignazio La Russa e Denis Verdini e dal responsabile dell'organizzazione Maurizio Lupi.
In Puglia la data delle primarie è stata fissata per domenica 20 gennaio.

martedì 20 novembre 2012

VITTORIO SGARBI A GALATONE


Sgarbi a Galatone! L’occasione si è verificata in seno ad un confronto|dibattito sul tema della Bellezza nell’arte tenutosi all’Hilton di Lecce di cui Sgarbi, ospite dell’on. Alfredo Mantovano e delle sue “Sfide” culturali, era il principale relatore. La provocazione è partita dal consigliere comunale Francesco Martucci il quale ha messo in evidenza come nel suo ultimo libro, dedicato alle Bellezze d’Italia, il Prof. Sgarbi dedicasse poche pagine alla Puglia e, in particolare, al nostro Salento facendogli, nel contempo, dono di un opuscoletto dedicato al SS. Crocifisso di Galatone.  Presente a Lecce anche l’Assessore alla cultura del Comune di Galatone Giovanna Rizzo che, profittando dell’entusiasmo balenante sotto le lenti dello studioso e del critico e previ accordi telefonici col rettore del Santuario don G. Casciaro, ha invitato Vittorio Sgarbi a voler omaggiare Galatone di una sua visita quella stessa sera.  “Quanto dista da qui?...Tra mezz’ora sarò da voi.” - la sua risposta repentina e inaspettata.
Così, nel volgere di quella mezz’ora, la cittadina sonnecchiante si è di botto svegliata spalancando le porte del suo Palazzo Marchesale, del frantoio semi-ipogeo, della Chiesa Matrice con i preziosissimi codici greci e naturalmente del santuario del Santissimo.
Il singolare ed estemporaneo tour, ripreso prontamente dalle telecamere di Myboxtv, si è snodato attraverso le vie del centro storico e si è concluso con una visita al costituendo e suggestivo museo delle macchine Di Leonardo da Vinci. Visibilmente compiaciuto da tanta ricchezza storico-artistica, l’ex sottosegretario ai Beni culturali si è congedato con una stretta di mano al primo cittadino Livio Nisi e con la promessa di voler tornare presto nella Città del Galateo, da lui rinominata “Città dal Barocco severo”. 

lunedì 19 novembre 2012

SABATO 24 NOVEMBRE, A LECCE



Continuano le "Sfide Culturali e Politiche" di Progetto Osservatorio di Mantovano. Il prossimo sabato -24 novembre ore 18,00 presso l’Hotel Hilton di Lecce- quarto appuntamento: "La bellezza nella città”.

domenica 4 novembre 2012

ELOGIO DEL "RAUTISMO"

Per chi lo ha conosciuto, letto, compreso veramente,   l’ “incendiario di anime” – come venne definito Pino Rauti, nel 1978, dalla “Pravda”, allora organo del Partito Comunista dell’Unione Sovietica  – aveva ben poco dei tratti muscolari di certo neofascismo.  La sua “intransigenza” era tutta culturale. Il suo “vigore” era spirituale. Il suo radicalismo era intellettuale, ma nient’affatto dogmaticamente sterile.
La scoperta –in origine-  di Julius Evola, figura marginalizzata  durante il  regime fascista, l’attenzione nei confronti della cultura rivoluzionaria conservatrice tedesca, l’idea europeista (in alternativa alle superpotenze Usa-Urss), la critica non qualunquista alla partitocrazia, il rifiuto di quella “politica nostalgica”, praticato da certa destra, attenta –parole di Rauti– agli “applausi degli ultimi habituès dei comizi e i relativi, ricercatissimi voti preferenziali”, furono le basi di una strategia politico-culturale in divenire, che, con gli anni, seppe misurarsi con le nuove emergenze, prefigurando scenari riaggiornati e nuovi ambiti d’intervento.
Presentando, nel 1966, il periodico “Noi Europa”, Rauti evocava non l’Italia del Ventennio, ma una Nazione soffocata dall’ “abito stretto” dei suoi ritardi, “costretta a vivere sulla base di leggi superate, di regolamenti confusi, di norme incredibilmente arcaiche”. E, con il rientro, nel 1969,  nel Msi, lanciava il suo “progetto” culturale, quello dello “sfondamento a sinistra”, invitando il mondo missino a superare certa retorica d’ambiente (“della Patria e della Nazione è doveroso, e bello parlare, e anche dell’Europa e del mondo occidentale; ma non basta”), ponendo sul tappeto le nuove tematiche della modernità: quelle legate all’urbanesimo, all’ecologia, alla scienza e alla tecnologia, alla congestione industriale, ai risvolti negativi della crescita italiana.
A quelle analisi,  a quelle “fonti” culturali si è richiamato, anche in anni non facili e “di piombo”, il movimentismo giovanile “di destra”.
Da lì, dal demonizzato “rautismo”, venne l’idea dei Campi Hobbit, delle cosiddette “iniziative parallele”, delle associazioni ambientaliste, delle cooperative librarie, dei gruppi femminili, delle radio libere, del movimento giovani disoccupati, tutti strumenti inventati per fuoriuscire dalla sindrome del nostalgismo e dallo scontro generazionale post sessantottesco.
Strumenti a cui si affiancava una non banale rilettura culturale e politica  della realtà, che evidenziava, già allora, l’usura della vecchia dicotomia destra-sinistra, che preconizzava la fine del comunismo, che “reinterpretava” il fascismo-movimento, criticando il fascismo-regime, che paventava i rischi del “mondialismo”, che guardava all’Europa, quale alternativa geopolitica e spirituale.
Tutto questo e molto ancora è stato il “rautismo”. Che fu “duro e puro” nella volontà politica e culturale ed insieme capace di non sclerotizzarsi nel radicalismo, tipico della vecchia destra, e che cercò di essere un passo avanti, rispetto alle contingenze e alle emergenze del momento.
Non sempre ci riuscì, pagando lo scotto dell’opportunismo politico e dell’essere oggettivamente minoranza all’interno di una minoranza. Ciò che riuscì a “seminare” resta comunque come un esempio  della volontà di rinnovamento culturale e politico, sviluppata da destra, a partire dagli Anni Settanta del ‘900.
Mario Bozzi Sentieri

sabato 3 novembre 2012


GIANNI ALEMANNO: IL MIO RICORDO DI PINO RAUTI


Non è facile spiegare, a chi non ha fatto parte della nostra comunità politica, cosa ha rappresentato per la nostra generazione una figura come quella di Pino Rauti.

Nelle tante manifestazioni di cordoglio che arrivano da ogni parte dello schieramento politico nazionale prevale un sentimento di rispetto per la coerenza personale e la dignità del lungo percorso politico e culturale che ha portato Rauti dai fronti drammatici del dopo guerra alla segreteria del Movimento Sociale, ad un lungo ed intenso impegno nel Parlamento italiano e nel Parlamento Europeo.
In un momento in cui alla politica viene riconosciuta poca dignità e poco spirito di missione, prevale invece l’idea che Pino Rauti sia stato l’esempio di una persona capace di sacrificare tutti i suoi interessi personali per la sua militanza politica e culturale.
Tutto questo è senz’altro vero, come è vero che sono cadute nel vuoto tutte le accuse infamanti che nel corso degli anni gli sono state lanciate. Tutti i tribunali, nessuno escluso, hanno dovuto riconoscere l’estraneita’ di Rauti rispetto ai terribili capi d’accusa per cui era stato imputato.
Ma per noi che abbiamo fatto politica negli anni ’70 e ’80 Pino Rauti non è stato soltanto questo. A qualcuno sembrerá incredibile, ma è stato una porta verso il futuro, una strada che ci ha aiutato ad uscire dal ghetto della nostalgia.
Attraverso le sue intuizioni culturali abbiamo imparato a prendere le distanze da un modo reazionario e forcaiolo di concepire la destra. Abbiamo imparato a conoscere la cultura comunitaria, a comprendere il profondo rapporto tra valori nazionali e valori popolari, a leggere da destra l’ambientalismo, l’economia sociale di mercato e l’Unione europea.
Mi ricordo ancora all’inizio degli anni novanta, in una memorabile direzione dell’MSI, di cui non era più segretario, un suo intervento che convinse tutto il partito a schierarsi a favore dell’entrata dell’Italia nell’euro. Contro vecchie tendenze nazionalistiche , che riemergono ancora oggi nel cuore del centrodestra, ci ricordò che le nostre radici e il nostro futuro non potevano non essere in Europa .
In questo è stato un maestro, un tramite culturale per entrare in tante tematiche che venivano guardate con sospetto nei nostri ambienti perchè ritenute “di sinistra”, ma che in realtà appartenevano e appartengono ad una visione comunitaria che spiega in modo moderno valori antichi come quelli della Patria e della famiglia.
Poi, come accade a molti maestri, dopo averci indicato la porta verso il futuro, si è ritratto e non ha varcato lui stesso quella porta, non ha abbandonato “la casa del padre”, con una dolorosa rottura proprio nel momento della nascita di Alleanza Nazionale.
Ma noi sappiamo che quando ci opponiamo all’oltraggio dell’ambiente da parte degli speculatori, quando difendiamo la dignità e i diritti dei lavoratori da ogni forma di sfruttamento, quando sfidiamo l’individualismo scegliendo i valori della comunità, lí troviamo un antico eco degli insegnamenti di Pino Rauti.
Continueremo a studiare, caro Pino, superando ogni forma di apparenza, di superficialità e di conformismo con il coraggio dall’analisi culturale che tu ci hai insegnato.

Gianni Alemanno

venerdì 2 novembre 2012

ONORE A PINO RAUTI: UN SIMBOLO DEL M.S.I.


La corrente rautiana, dalla prima metà degli anni ’70 fino alla svolta di Fiuggi (1994) in provincia di Lecce è stata sempre molto radicata nel territorio. Non ha mai vinto un congresso provinciale del Msi, ma è stata sempre la protagonista di tutti i confronti interni al mondo missino. A differenza dell’immagine di “duri e puri”, riservata ai militanti rautiani, proprio con Pino Rauti la destra missina si sforzò di “andare oltre” il nostalgismo per intraprendere un percorso politico-culturale di grande respiro.
Fu soprattutto tramite il quindicinale “Linea” che Pino Rauti anticipò i temi del dibattito politico dando risposte “rivoluzionarie” ai problemi del tempo.
Pochi ricordano, ad esempio, la nascita (1977) dei Gruppi di Ricerca Ecologica, l’associazione ambientalista che da destra -per la prima volta in Italia- analizzava le cause del depauperamento ambientale (ancora prima che nascessero, a sinistra, Legambiente ed i Verdi). I Campi Hobbit, la musica alternativa, l’impegno con le radio libere, le librerie di destra.
Fu proprio Rauti a “profetizzare” la fine del comunismo ancora prima della caduta del Muro di Berlino, quando ancora il Pci si contendeva la supremazia con la Democrazia Cristiana.
Ed ancora Rauti spronò il Movimento Sociale Italiano a politiche ancora più sociali per ottenere i voti di quanti erano rimasti delusi dalla sinistra. Il Msi -diceva Rauti- non deve andare a sinistra, deve invece “sfondare a sinistra”. Discorso ardito per quegli anni, deriso anche all’interno dello stesso Msi.
Rauti non aderì alla svolta di Fiuggi, come fece, invece, la gran parte dei “rautiani” che diedero vita alla Destra Sociale.

Oggi lo ricordo con affetto e con gratitudine politica.

Roberto Tundo

Lecce 1989 Casa del Mutilato. Manifestazione con Pino Rauti. Da Sx Giuseppe Congedo, Massimo Basurto, Mimmo Schinaia e Roberto Tundo

ADDIO A PINO RAUTI


Giovanissimo partecipò alla nascita del Movimento Sociale Italiano di cui fu anche leader. Aveva 85 anni. Assunta Almirante: «E’ stato uno dei grandi della destra italiana»
È morto Pino Rauti. L’ex segretario del Movimento Sociale Italiano, che avrebbe compiuto 86 anni il 19 novembre; si è spento alle 9.30 di questa mattina nella sua casa di Roma. Nel 1946, giovanissimo, contribuì alla nascita del Msi di cui divenne segretario nel 1990.
“E’ stato uno dei bravi, dei grandi di questa destra”, le parole di Assunta Almirante, vedova di Giorgio Almirante.