giovedì 21 ottobre 2010

REGIONE SALENTO: CHI OSA, VINCE

Sindaci titubanti. Come se fosse una battaglia di campanile. Invece l'impegno per la nascita della Regione Salento è un impegno di grande impatto: non si tratta di difendere il proprio orticello, ma di realizzare e di strutturare una grande regione. Perchè, quando si parla di Regione Salento, occorre possedere la chiara  consapevolezza di battersi affinché nasca la undicesima (su venti) regione italiana per popolazione con quasi due milioni di abitanti. La Regione Salento con 1.800.000 abitanti, una volta istituita, sicuramente dovrà coordinare le proprie linee di sviluppo con la stessa Regione Puglia, che rimarrà sempre una "grande" regione  con 2.600.000 abitanti. Sono queste, per i distratti, le "cifre" poste alla base di una discussione, che non può prescindere dalla dimensione delle aree geografiche e dalla popolazione che ci vive.
Far nascere una nuova regione, come sappiamo bene, non è solo, però, per una questione di numeri e di abitanti: ci vuole passione, perseveranza, fiducia e, soprattutto, ci vuole anche la cultura del SI' rispetto a quella del NO.
In Italia in tante occasione ci è sembrato prevalere la cultura del no.
Comitati, movimenti, amministrazioni comunali, intere cittadinanze riescono a scendere unite in piazza solo quando si deve dire no a quello che sembra un'ingiustizia, un torto, una scelta imposta dall'alto. Deve nascere una discarica? Tutti a dire no; si rimodula la rete ospedaliera? Tutti a dire no; si deve ampliare una strada per farla diventare a quattro corsie? Tutti (o quasi) a dire no!
Non è tempo che il territorio, anziché subire certe scelte, se ne assuma la responsabilità? Ed allora, invece di protestare contro le scelte di via Capruzzi -come stanno facendo in questi giorni molti sindaci salentini danneggiati dallo sforamento del patto di stabilità, che non ricevono i soldi per pagare opere pubbliche già realizzate con approvazione regionale- non sarebbe  più logico e naturale se quelle scelte fossero effettuate e determinate qui nel Salento,  invece che a Bari?
Sarebbe un atteggiamento coerente che tutti quei sindaci e quei Consigli comunali, che fino a ieri hanno lamentato uno sviluppo del territorio e dei servizi dedicati alle proprie popolazioni come scelte imposte, si facessero parte attiva di un processo di responsabilizzazione della classe politica salentina per divenire, nella buona o nella cattiva sorte, artefice dell'amministrazione del territorio.
Roberto Tundo
Componente del coordinamento regionale PdL