martedì 11 marzo 2014

GIORGIA MELONI AL "QUOTIDIANO NAZIONALE": VIA DALL'EURO

L’intervista di Andrea Cangini
Onorevole Meloni, il paragone con Marie Le Pen le piace? «Francamente, no. Non mi appassiona scimmiottare gli altri».
Il Fronte Nazionale francese è su posizioni analoghe alle vostre, ma ha ben più voti… «Che vuole che le dica, in Francia l’idea di Nazione è un po’ più radicata che da noi. Ma vedrà che  alle Europee, dove la balla del voto utile non ha senso, Fratelli d’Italia andrà non bene, benissimo».
Contro le banche e l’Europa: state in effetti cavalcando i tempi di maggior presa popolare. «Diciamo quello che pensiamo. Cioè che l’Italia è stata spogliata della propria sovranità e che non ci stiamo ad essere considerati come la Grecia: abbiamo un Pil che è otto volte quello di Atene e non abbiamo mai chiesto aiuto alla Troika. L’Italia merita rispetto e la gente questo l’ha capito».
La proposta di uscire dall’euro è una provocazione? «No, a queste condizioni l’Italia non ha interesse a rimanere nella moneta unica, ci conviene uscire. E poiché senza di noi l’Europa crolla,  può essere che minacciando l’uscita dall’euro qualcuno si renda conto che le cose così non vanno e occorre cambiarle».
E’ la stessa posizione di Grillo. «Tra noi e i grillini c’è una grande differenza: la concretezza. Noi vogliamo portare a case dei risultati nell’interesse della Nazione, loro tirano solo a sfasciare tutto».

Per vent’anni il centrodestra non ha proferito verbo contro quest’Europa e nessuno leader prese la parola al momento della ratifica del Fiscal compact… «E’ vero, erano i tempi del governo Monti e quello è stato il peccato originale del PdL: accettare un governo illegittimo che ci è stato imposto dalle consorterie europee. Le assicuro però che la musica è cambiata».