domenica 18 settembre 2016

ALEMANNO: E' LA FINE DI UN INCUBO

La Procura di Roma ha richiesto al Giudice per le indagini preliminari di archiviare la posizione dell’ex sindaco Gianni Alemanno per il reato di associazione di stampo mafioso nell’ambito dell’indagine su Mafia Capitale. È stato il procuratore aggiunto Paolo Ielo a rappresentare la novità su Alemanno ai giudici della decima sezione penale del tribunale di Roma. Poche ore dopo, abbiamo sentito Gianni Alemanno.
-          E’ la fine di un incubo?
“Sì, questa è la fine di un incubo molto lungo, durato due anni, con un’accusa pesante, la più infamante. Ma il fatto stesso che ora sia stata la Procura a chiedere il mio proscioglimento, lo ritengo un segnale molto forte. E’ un momento che attendevo da tempo e che è arrivato come un fulmine a ciel sereno, direttamente nell’aula di un tribunale. Riconosco l’onestà intellettuale della Procura che, così come l’aveva aperta, adesso ha chiuso un’inchiesta rispetto alla quale, invece, per tanti giornali ero già colpevole”.
-          A questo punto, ha qualche sassolino da togliersi da entrambe le scarpe?
“Macigni, più che sassolini. Da un lato vivo ancora la delusione di tanti esponenti del centro-destra che non hanno speso una parola per difendere me e la storia politica della destra romana. Dall’altro lato penso a tanti organi di informazione che hanno trasformato un avviso di garanzia in una sentenza, creando una vera gogna mediatica”.
-          Umanamente, prima ancora che politicamente, quale è stato il momento più brutto di questi due anni?
“Il momento iniziale, con l’arrivo a casa dei carabinieri e, subito dietro, delle telecamere della trasmissione Report, che filmavano perfino il campanello di casa con il mio nome. E poi, dover leggere quell’accusa infamante relativa al 416-bis, come ho raccontato nel mio libro Verità Capitale”
-          Il suo telefonino sta squillando in continuazione per attestati di solidarietà e vicinanza, o si aspettava qualcosa – e soprattutto qualcuno – in più?
“Ho ricevuto una marea di telefonate. Il primo a chiamarmi è stato Francesco Storace, commosso quasi fino alle lacrime. Poi mi hanno chiamato e mandato messaggi in tanti ma forse non tutti, non ancora tutti. Però diciamo che alla sera mancano ancora alcune ore, mettiamola così…”.
-          In una precedente intervista al Giornale d’Italia, disse che avrebbe ricominciato a fare politica solo dopo aver dimostrato la sua innocenza. Adesso, cosa intende fare quindi?
“Diciamo che non ho comunque mai smesso di fare politica, da semplice militante. In questo particolare momento, poi, dobbiamo tutti ricostruire l’unità del centrodestra su affermazioni forti e radicali. Adesso potrò continuare a farla, con una maggiore esposizione personale. Ho ancora alcune fasi processuali su singoli episodi, ma uscirò anche da queste”.

Igor Traboni – Il Giornale d’Italia